Dobbiamo insegnare la strada da percorrere al mondo

17 Giugno 2021
Robert Sarah è nato in una famiglia tribale in un piccolo villaggio della Guinea. Ha annunciato che avrebbe dedicato la sua vita a servire Dio all’età di undici anni e poi è partito per il mondo con una sacca. Scoprite di più sul percorso della sua vita!

A giugno, Robert Sarah ha compiuto i suoi 75 anni e, in conformità al diritto canonico, ha rinunciato all’incarico di prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti e Papa Francesco ha accettato la sua rinuncia. Dopo questo, il cardinale della Guinea ha scritto su Twitter: “Sono nelle mani di Dio. L’unica roccia è Cristo. Presto ci incontreremo a Roma e altrove.”

Minacce

Il cardinale Sarah deve la sua fama, tra tante altre cose, alle sue posizioni conservative e alle sue idee molto precise. Al Sinodo per la famiglia del 2015, il capo della Chiesa guineana ha definito l’ideologia del gender e il fanatismo islamico due delle più grandi minacce del nostro tempo, poiché attaccano la famiglia in quanto fondamento dell’umanità. “Quello che era il fascismo e il comunismo nel XX secolo, è ora l’ideologia occidentale dell’omosessualità e dell’aborto e il fanatismo islamico”, ha detto. Nel suo libro del 2020, intitolato “Dal profondo dei nostri cuori”, Robert Sarah ha sottolineato l’importanza del celibato. L’eventuale possibilità di ordinare uomini sposati è “un disastro pastorale, una confusione ecclesiastica, un offuscamento del significato del clero”. Pensa che l’abolizione del celibato non risolverebbe la crisi della vocazione: “La carenza di pastori nelle comunità protestanti che riconoscono il matrimonio del clero prova esattamente il contrario. La crisi della vocazione sacerdotale è una crisi di fede! Dove il Vangelo è proclamato e vissuto secondo tutti i suoi precetti, non mancano i sacerdoti”.

Lista nera

Robert Sarah è nato nel 1945 a Ourous nella Guinea, in una famiglia tribale di animisti. Ha ricevuto il sacramento del battesimo all’età di due anni grazie a un padre missionario. All’età di undici anni, Robert ha dichiarato il suo desiderio di dedicare la sua vita al servizio di Dio. I suoi parenti erano increduli: “Un ragazzo nero non può diventare un prete della Chiesa cattolica!”. Ma ha lasciato il suo villaggio natale con la sua piccola sacca e ha iniziato una vita movimentata: povertà, lontananza dalla famiglia, e poi la guerra d'indipendenza che ha devastato il suo paese, la dittatura marxista e in più la persecuzione militare. Ha svolto i suoi studi in diversi continenti: Costa d’Avorio, Francia, Guinea, Senegal, Roma e Gerusalemme. Robert Sarah è stato ordinato sacerdote per la diocesi di Conakry il 20 luglio 1969, e dieci anni dopo è stato nominato vescovo da Papa Giovanni Paolo II. Sarah ha compiuto allora solo i 34 anni, un fatto che lo rendeva il più giovane vescovo della Chiesa cattolica. Ha conservato con successo l’indipendenza della Chiesa di fronte alla dittatura comunista di Sékou Touré e sfidava ripetutamente il potere statale. Per motivi di resistenza è stato messo sulla lista nera del paese, ma non è stato mai arrestato.

Vocazione primaria: portare Dio alle persone

Dal 2001 è stato segretario della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli e poi presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum. Il 20 novembre 2010 è stato creato cardinale da Papa Benedetto XVI e il 23 novembre 2014 è stato nominato da Papa Francesco prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Il cardinale guineano, che parla correntemente francese, italiano e inglese, svolge un ruolo importante nella Curia romana, è un forte difensore dell’insegnamento cattolico tradizionale e un forte sostenitore della difesa della morale sessuale e del diritto alla vita, e condanna il radicalismo islamico. Prende regolarmente posizione su questioni che riguardano il mondo e la Chiesa. Il cardinale Sarah ha criticato la tendenza della Chiesa – spesso vista dalla stampa come una critica a Papa Francesco, ma non intesa come tale – a diventare totalmente assorbita da questioni politico-sociali, dimenticando la sua vocazione primaria di portare Dio alle persone. La pratica pastorale della Chiesa è “troppo orizzontale”: come ci si può aspettare che la gente pensi a Dio quando la Chiesa si occupa sempre delle questioni sociali?

La strada verso l'abbandono di sé stessi

Robert Sarah è anche un frequente commentatore della crisi dei valori in Europa. Su quest’ultimo, ha detto che “l’ateismo è soprattutto il risultato di un maggiore individualismo dell’uomo europeo. L’individuo, visto come una divinità, tende a dimenticare Dio nel suo desiderio di sempre maggiore autonomia e indipendenza assoluta”. In un’altra occasione, riferendosi sempre a questo argomento, ha detto: “Coloro che negano i valori derivanti della propria tradizione, cultura e religione sono destinati alla distruzione perché perdono la loro motivazione, la loro energia e non vogliono più lottare per difendere la loro identità”.

Robert Sarah, in un’intervista ad Aleteia, ha detto che non è la Chiesa ad essere in crisi, ma noi stessi. I giovani che cercano la verità e il bene se la devono cavare da soli. “Nel mondo di oggi, la fede, i valori cristiani, la speranza di coloro che rimangono soli, vengono fatti a pezzi dagli squali.” La Chiesa, ha aggiunto, deve ridare alla gente la capacità di guardare a Cristo. Ha anche parlato della responsabilità dei vescovi. “Se il pastore abbandona il gregge, questo cade nelle mani dei lupi”, dice il cardinale. “A questo punto il pastore deve rendere conto a Dio, il Pastore dei pastori”. Poi ha ancora aggiunto: “La paura è la grande vanità della Chiesa oggi. Ecco perché la Chiesa non osa resistere e andare controcorrente per mostrare la strada da percorrere al mondo.”

L’unica cosa importante: cercare e trovare Dio

La stampa ha riferito in diverse occasioni che il cardinale Sarah sta lavorando per costruire una sorta di blocco di potere conservativo contro Papa Francesco. In un’intervista al quotidiano Il Foglio nel mese di marzo 2021, il cardinale ha respinto le speculazioni sul fatto che fosse un nemico del Papa. Nella sua prima intervista dopo il suo ritiro, ha definito le accuse senza senso. Il cardinale Sarah ha anche parlato della sofferenza causata dalle ostilità all'interno della Chiesa, dicendo che “non credo che la lotta tra progressisti e conservatori abbia senso. Queste categorie sono politiche e ideologiche. La Chiesa non è un campo di lotta politica. L’unica cosa che conta è cercare Dio sempre più profondamente, incontrarlo e inginocchiarsi umilmente per adorarlo.”

Fonte: ncregister.com, ujkonyvpiac.hu, moly.hu, magyarkurir.hu, aleteia, cna.com, cruxnow, katolikus.ma