
Testimonianza in lacrimel

Il prete greco cattolico Konstantin Szabó nella sua testimonianza al Congresso Eucharistico ha parlato del passato pieno di vicissitudini, del presente in fase di recupero, e del futuro pieno di speranze della popolazione ungherese della sua terra natale.
Quanta autodisciplina ci vuole di non condividere neanche il momento più grande della tua vita con il tuo fratello!” - hanno presentato il prete greco cattolico Konstantin Szabó, consacrato nell’Unione Sovietica in segreto, senza la consapevolezza dei familiari, il quale ha menzionato che nella Diocesi Greco Cattolica di Munkács si celebrano l’anniversario trecentosettantacinquesimo dell’unione di Ungvár, la canonizzazione della diocesi avvenuta 250 anni fa, e l’anniversario ventesimo della canonizzazione del vescovo martire Tódor Romzsa.

L’assassinio di Romzsa fu una pietra miliare
Nell’ottobre di 1944, l’esercito sovietico occupòla Rutenia Subcarpatica, facente parte allora d’Ungheria, dove avevano riscontrato che li’ e’ dominante la Diocesi Greco Cattolica di Munkács, guidata dal giovane vescovo Tódor Romzsa, ordinato appena un mese fa. Le dioceci greco cattoliche di Lemberg e di Stanislav furono allora giaà incorporate nella chiesa ortodossa russa, ma non potevano fare lo stesso con i cattolici di rito greco della Rutenia Subcarpatica, per questo hanno ucciso il vescovo Romzsa.
Diminuendo, ma non accasciando
L’attentanto ha reso ancora piu’ disperati i preti e i fedeli. I sovietici però hanno preso le loro chiese, hanno arrestato dieci preti con accuse false, hanno sequestrato i presbiteri dove vissero famiglie numerose. Hanno licenziato e mogli dei sacerdoti le quali nella maggior parte dei casi erano insegnanti. Nel 1949 ebbero inizio le liquidazioni, 127 sacerdoti della dioecesi diventarono testimoni di fede, e di loro 30 martiri.
Servizio da catacomba
Quarantadue di loro invece cominciaro il servizio da catacomba - ha ricordato i tempi difficili Konstantin Szabó. I vescovi ordinati in questo periodo furono Sándor Chira, Péter Orosz, Konstantin Szabó, János Szemedi, József Holovács e Iván Margitics e accanto a loro furono in servizio 47 sacerdoti ordinati in segreto” - ha rievocato il prete greco cattolico, aggiungendo: il servizio compiuto in segreto dovevano esercitare mentre avevano un lavoro civile. Non ebbero la possibilità di registrare una matricola ma hanno battezzato il figlio del segretario del partito comunista, anzi anche il figlio del maggiore del Comitato per la sicurezza dello Stato (KGB), “naturalmente in secreto, con la porta chiusa e con la finestra coperta da tenda” - ha aggiunto con qualche ironia.
Non si puo’ ristabilire in quaranta anni la distruzione di quaranta anni
Passando agli anni della distensione ha ricordato la fine del 1989, quando avvenne la legalizzazione della Diocesi Greco Cattolica di Munkács, e dopo di questo non sanzionavano la celebrazione della santa liturgia. Non avenne però la riabilitazione della diocesi di Munkács, non avevano chiesto scusa, e potevano riottenere solo dopo anni la cattedrale di Ungvár e il palazzo vescovile, tolto da loro in alcune ore. Sono state restituite a loro 117 chiese delle 440 prese in possesso dagli ortodossi, per il momento hanno 291 chiese, inoltre 30 altre sono in costruzione. “Siamo piuttosto lontani dalle circostanze di 1949” - ha menzionato Konstantin Szabó, aggiungendo quello che gli è stato detto piuù volte: “Non si puo’ ristabilire in quaranta anni la distruzione di quaranta anni”.

Arrichimento lento
Il pastore ha comunicato che la vita sacramentale nella Rutenia Subcarpatica è rimasta tradizionale, in molte parrocchie si intensifica la confessione mensile, e l’organizzazione dei ritiri spirituali a Natale e a Pasqua, inoltre cresce in buona maniera la preparazione alle feste del patrono, comprese la confessione e l’eucaristia. I fedeli preferiscono i pellegrinaggi, sopratutto quelli ai santuari della Madonna, piuttosto a Máriapócs in Ungheria, il quale è il centro spirituale importante dei cattolici di greco rito nel bacino dei Carpazi.
In triplice minoranza
Konstantin Szabó ha segnalato, nella Rutenia Subcarpatica vivono come una minoranza triplice: come minoranza ungherese nel paese di 40 milioni, come cattolici di rito greco nel grande mare di ortodossi, e come fedeli di madrelingua ungherese nella diocesi di Munkács. Per questo nel settembre di 2016 il vescovo della diocesi Milan Sasik ha nominato un vicario generale per le parrocchie e fedeli ungheresi della diocesi.
Progetti: fondazione di una casa per studenti, ampliamento della scuola
In questo momento nella diocesi in 45 parrocchie, in 23 canoniche e 22 filiali servono 17 sacerdoti, e hanno una rete estesa di istituti. Tra i progetti sono presenti la fondazione della casa di studenti universitaria di Ungvár, l’assicurazione del funzionamento degli asili nido, l’ampliamento del loro sistema scolastico con delle scuole elementari, centro estivo giovanile per la circoscrizione, casa di anziani, la fondazione di un centro diurno, la restaurazione della casa gentilizia di Tiszaújhely per il Movimento Giovanile Greco Cattolico, la creazione di un Centro Caritas, inoltre la rinnovazione delle loro chiese.
il pastore greco cattolico ha detto: quando studia il passato dei loro preti politici, non ha motivo di essere orgoglioso. Invece prende forza dalla vita dei loro preti fedeli e testimoni di fede, dai quali ha studiato l’importanza di mantenere la parola data, di soddisfare i doveri, e di non tradire il suo essere cristiano - ha sottolineato Konstantin Szabó.
Senza il timore di Dio rischiamo la punizione eterna
Il nemico è lo stesso anche oggi: il satana, il malvagio il quale come diabolos, vuole dividere anche oggi, da deviare da Dio, di creare una società bizzarra dove tutto è capovolto. Dove tutto che è bello, che è santo che è bello e buono, non serve - ha sottolineato il testimone i fede. Ha raccontato commosso che sua madre ha lasciato questo mondo che dopo l’arresto di suo padre è rimasta sola con un bambino di un anno e mezzo, dopo l’hanno proseguita facendola attraversare tutta la Rutenia Subcarpatica, in molti posti di lavoro non l’hanno assunta, e nonostante questo fino alla sua morte nessuno le ha chiesto scusa.
Facendosi fronte con la menzogna
Parlando del futuro ha espresso il desiderio che nella sua terra natale, in rutenia Subcarpatica ci sia un governo che ritiene la chiesa un partner. “Il quale stima le nostre intenzioni che la chiesa lavora per il bene comune. Educano i bambini e i giovani al morale, al buono e bello, alla fede. I quali ci provano ad andare incontro il cattivo, le menzogne, i fenomeni contra natura e contro Dio” -. ha sottolineato il pastore suscitando un applauso della platea. Ha ritenuto che in questo offre aiuto la vita sacramentale, perché senza il timore di Dio rischiamo la punizione eterna. “Dove c’è amore e possiamo fare un sacrificio, lì c’è il futuro”. - ha sottolineato Konstantin Szabó.
Gioia e allegria al mondo!
Ha concluso la sua testimonianza con la preghiera finale della liturgia sacra greco cattolica: “Dio nostro, Cristo, che sei la pienezza della legge e dei profeti, che hai compiuto tutto il progetto di salvezza di tuo Padre, rendi i nostri cuori lieti e allegri”! In occasione a questo, ha augurato ai fedeli e ai pellegrini che il Congresso Eucaristico porti molta gioia e allegria a tutto il mondo. La platea ha ringraziato con un enorme applauso la testimonianza di padre Kosztu, che ha fatto piangere molti.
