
Il 52° Congresso Eucaristico Internazionale è iniziato con una triplice festa in Piazza degli Eroi a Budapest.

Dopo 83 anni l'Ungheria organizza l’evento cattolico mondiale per la seconda volta, la cui cerimonia di apertura è stata anche la messa Veni Sancte delle scuole cattoliche dell’arcidiocesi di Esztergom-Budapest e 1200 giovani hanno ricevuto l’Eucaristia per la prima volta.

Il 52° Congresso Eucaristico Internazionale è stato inaugurato in presenza delle autorità ecclesiastiche e pubbliche a Budapest.

La cerimonia di apertura di una mezz'oretta era intitolata Ungheria, terra di Maria. Nel programma che fa conoscere le tradizioni popolari cristiane del bacino dei Carpazi, 300 ballerini folk e tradizionalisti hanno presentato il rapporto speciale tra il popolo ungherese, la tradizione popolare e la religione cristiana, le radici risalenti a mille anni fa.
Nel suo discorso di saluto, il cardinale Péter Erdő primate ha ringraziato la Divina Provvidenza per poter organizzare il congresso. Ha ringraziato gli organizzatori, la società ungherese e il Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici. Nel suo discorso Péter Erdő ha sottolineato l'essenza dell'evento che dura una settimana: “Cristo è con noi nell'Eucaristia. Non lascia sola la Chiesa, i popoli, l'umanità. Ne scaturisce ogni nostra forza e speranza. L'Eucaristia è la sorgente da cui la nostra vita e missione cristiana si alimentano”.

Il celebrante principale della Santa Messa di apertura è stato Sua Eminenza Cardinale Angelo Bagnasco arcivescovo emerito di Genova ex-presidente della Conferenza Episcopale Italiana, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee.
Nella sua omelia ha detto, “la nostra voce è debole”, ma fa eco a quella dei secoli ed il sangue versato dei martiri la rende viva. "Questa assise liturgica ricorda che – nonostante i limiti e le ombre dei suoi figli – nella Chiesa fiammeggia la luce di Cristo".
Il presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee ha aggiunto: il Santo Spirito amplifica le voci dei credenti e dice così all'uomo moderno: “non sei solo in un universo ostile”. Il cardinale ha salutato i quasi 1200 ragazzi della prima comunione li ha incoraggiati dicendo che in Gesù troveranno un amico che non tradisce.
Il celebrante principale, Card. Angelo Bagnasco si è rivolto anche agli studenti delle scuole cattoliche e ha sottolineato che i giovani possono studiare in un contesto formativo senza pregiudizio verso la dimensione religiosa e cristiana.

“Oggi c’è una grande debolezza del pensiero; da questa debolezza nascono anche le difficoltà della fede. La fede, infatti, non è nemica della ragione, ma la cerca, così come la ragione ha bisogno della fede per essere veramente se stessa”, ha detto il cardinale italiano. Ha richiamato l'attenzione degli studenti sul fatto che la loro vita sarà bella non perché senza errori e difficoltà, e non perché piena di successi, e se diventeranno persone importanti, ma se diventeranno utili. "La chiesa ha bisogno di voi, e voi avete bisogno di Gesù".
Angelo Bagnasco si è rivolto anche ai sacerdoti, che sparsi per il mondo portano l’eco di Gesù, buon pastore. Ha ringraziato i sacerdoti che, come ha detto lui stesso, sono "araldi dell'amore di Dio, profeti dello Spirito in un mercato della materia, eredi di una Tradizione viva e annunciatori del futuro in un mondo smarrito".
Alla fine il cardinale si è rivolto all’assemblea, che ora alza il suo sguardo, i suoi orizzonti alla divina Eucaristia ed il cuore di Cristo “per dire in ginocchio un’ultima parola. E un rinnovato e accorato invito: o voi tutti che sentite maggiormente il peso della croce, voi che piangete, voi che siete perseguitati per la giustizia, voi che vi sentiti senza voce e senza patria, voi gli sconosciuti del dolore … riprendete coraggio, il Signore è vicino, è accanto ad ogni cuore che si apre a Lui. Egli è venuto nel mondo non solo per condividere la condizione umana, ma soprattutto per elevarci fino alla Trinità. Questo mistero è grande ma è qui su questo altare, e resterà con noi fino alla fine dei tempi».