Tutto va bene così com’è

04 Gennaio 2021
L’anno 2020 ci ha posti davanti a sfide mai sperimentate. Abbiamo retto la situazione e ci siamo confortati a vicenda. Abbiamo organizzato degli eventi, scritto, ci siamo occupati della radio e della televisione.

Già durante l’estate ci è venuta l’idea che ci dovessero essere una serie di programmi realizzabili anche nella situazione della pandemia al posto del Congresso procrastinato. Il cardinal Péter Erdő ha chiesto per lettera ai relatori e testimoni invitati al Congresso, di raccontare in messaggi video, come l’epidemia, la chiusura ha toccato loro e le loro comunità e che cosa per loro significava l’Eucaristia. Così è nato l’incontro preparatorio online, che ha avuto luogo esattamente nella settimana in cui era stato previsto originalmente il Congresso Eucaristico Internazionale.
Nella storia dei Congressi Eucaristici, dal 1881 ad oggi, una interruzione forzata si è verificata soltanto per la prima e per la seconda guerra mondiale. Proprio per questo abbiamo voluto che lo si organizzasse almeno in questa forma online, finché non sarebbe stato possibile incontrarsi personalmente. Si poteva partecipare a questo evento straordinario tramite il canale Youtube del Congresso Eucaristico. “Il mondo si è chiuso, i nostri cuori si sono aperti” – questo era il titolo dell’incontro preparatorio. Nella conferenza stampa S.E.R. vescovo Gábor Mohos, direttore della Segreteria del Congresso Eucaristico Internazionale, ha richiamato l’attenzione della stampa sul fatto che fino alla primavera del 2020 si erano registrate circa 90 mila persone da più di cento paesi, e anche questo fatto era un valido argomento per non tralasciare del tutto il Congresso Eucaristico di quest’anno.

Nel periodo fra il 13 e il 20 settembre, abbiamo proiettato gli 11 messaggi video arrivati dai cinque continenti, tra cui da Roma, dalla Nigeria, da Québec, da New York, dalla Transcarpazia. Abbiamo visto S.Em.R. Péter Erdő in un ruolo del tutto nuovo: infatti il cardinale ha parlato agli spettatori non solo in ungherese ma anche in italiano e all’inizio di ciascun cortometraggio ha condiviso con noi una storia personale su coloro che hanno inviato i videomessaggi. L’ultimo giorno dell’incontro preparatorio, poi, ha letto i suoi pensieri conclusivi nel luogo della messa d’inaugurazione e di conclusione del Congresso Eucaristico Internazionale del 1938, nella Piazza degli Eroi di Budapest.
L’incontro preparatorio ha avuto un grandissimo successo. I messaggi video sono arrivati nei punti più lontani del mondo, da dove aspettavamo (e tuttora aspettiamo) i nostri ospiti al Congresso. Si è visto: lo spazio online così spesso criticato e i social media, possono essere utilizzati anche per buoni scopi: attraverso essi possiamo raggiungere tutti nei punti più lontani del mondo, se l’accento è posto sull’unità.

Anche papa Francesco ci ha mandato il suo saluto e ci ha assicurati che aspetta con grande fede e grande gioia il settembre del 2021. Anche il quotidiano della Santa Sede Apostolica, L’Osservatore Romano ha lodato l’incontro preparatorio online, sottolineando che noi, ungheresi siamo riusciti a cogliere il meglio di questo periodo difficilissimo. S.E.R. arcivescovo Piero Marini, Presidente della Pontificia Commissione dei Congressi Eucaristici ha detto a Radio Vaticana che pur avendo partecipato ormai a diversi congressi eucaristici, non ha mai sperimentato un interesse così acceso e un numero così alto di partecipanti come nel caso del Congresso di Budapest.

Era senza precedenti e fuori dell’ordinario anche la collaborazione dei mass media. All’arrivo della seconda ondata della pandemia, abbiamo ricevuto moltissimo aiuto dai rappresentanti dei mass media ungheresi, per poter dare notizia dell’evento mondiale rimandato nel numero maggiore dei canali e in tutti i modi possibili. Sentivamo sempre di più che se il fine è buono, si trovano anche i mezzi per raggiungerlo.

Appena finito l’incontro preparatorio, abbiamo subito iniziato una serie di interviste a Radio Kossuth, col titolo: Incontra Gesù dal vivo. Abbiamo cominciato questo programma il 27 settembre, con lo scopo di presentare i relatori del Congresso. Le interviste-presentazioni sono introdotte dai pensieri immancabili del Cardinale. In quest’anno abbiamo realizzato quattro programmi; Jean-Luc Moens, moderatore della CHARIS, fondata dal Santo Padre, ci ha raccontato dell’esperienza di aver predicato dell’amore di Gesù nei quartieri poveri di più di sessanta paesi. Valerian Okeke, arcivescovo della regione Onitsha in Nigeria ha parlato delle condizioni di vita africane e della fede del popolo. Il cardinal Gérald Lacroix ha condiviso le sue esperienze accumulate durante il suo ministero svolto in Colombia, mentre l’arcivescovo di Poznań, Stanisław Gądecki ci ha detto che è in corso un intenso lavaggio di cervelli, per cui avremo bisogno di molto coraggio.

Visto che già ci eravamo messi a sfruttare le opportunità offerte dei mass media, abbiamo provato quanto valevamo, anche in un genere abbastanza nuovo, quello di preparare un podcast. Abbiamo pensato di non preparare registrazioni audio tradizionali, bensì programmi interessanti, giovanili, con colpi di scena che avrebbero usato esplicitamente la lingua dei giovani. Il luogo era assicurato questa volta dalla Radio Cattolica, nello studio della quale dalla seconda metà di ottobre è partita la serie podcast del Congresso Eucaristico. Pur avendo preparato un elenco degli invitati fino alla metà di dicembre, la seconda ondata della pandemia, di nuovo ci ha messo i bastoni tra le ruote. Ormai però, ci abbiam fatto le ossa, quindi non ci siamo fermati: in un batter d’occhio, abbiamo ripensato il piano del programma e coloro che non era possibile incontrare dal vivo, sono stati contattati al telefono. Una trasmissione in questo genere, fu ad esempio l’intervista al vescovo Gábor Mohos, appena uscito dall’infezione di coronavirus, il quale era ospite anche della nostra prima trasmissione. In quella occasione parlammo del giovane da poco beatificato, Carlo Acutis, e non poteva offrirsi un tema più attuale, siccome Acutis aveva utilizzato lo spazio online per il migliore scopo, esercitando un grandissimo influsso su innumerevoli giovani.

Il nostro colloquio telefonico con Gábor Mohos ha avuto un peso particolare per il fatto che il vescovo in convalescenza ha rivalutato in base alla malattia, la sua vita e la sua fede. Il suo messaggio è giunto anche oltre i confini e si è dimostrato nuovamente, quanto può essere forte la testimonianza di una persona che si trova in una grave situazione e quanta efficacia abbia un messaggio trasmesso via etere. Personalmente, o via telefono, abbiamo svolto dei colloqui sulla missione in Africa, sul volontariato, sulla forza della preghiera comune, sul concetto del miracolo, sui valori della coltivazione dell’uva, sull’evangelizzazione dei bambini, sui ricordi di Natali antichi, sulla fede delle persone che avevano partecipato alla rivoluzione del 1956, oppure del rapporto tra l’arte teatrale e il cristianesimo.

Alla fine di novembre, nella vigilia della Festa di Cristo Re abbiamo organizzato di nuovo un’adorazione eucaristica mondiale. Hanno partecipato all’iniziativa persone in un numero superiore a qualsiasi precedente occasione: in 121 paesi i membri della nostra comunità hanno pregato in 6728 luoghi. Si sono associati alla preghiera persone da Paesi quali: Pakistan, Togo, Panama, Cina, Kazakhistan, Benin, Islanda, Cile e Nuova Zelanda, oltre ad altre nazioni. L’alto numero dei partecipanti ci ha confermato che nonostante non si potesse stare fisicamente insieme, si potevano creare legami spirituali ancora più forti.
Nella grande opera organizzativa, non ci siamo quasi accorti del fatto che eravamo arrivati a dicembre e all’improvviso ci siamo trovati nel silenzio dell’Avvento. Il cardinal Péter Erdő di nuovo si è rivolto a noi in un messaggio video, sottolineando che l’epidemia ci offriva un’ottima opportunità per riflettere sulla nostra propria vita che non è altro che un ponte tra il passato e il futuro; altrettanto importante è costruire anche i ponti dell’amore e della conoscenza, per creare la nostra eredità per la generazione futura.

Ci sarebbe piaciuto rendere memorabili i 24 giorni fino a Natale, perciò abbiamo dato inizio al nostro calendario d’Avvento: attori, poeti, scrittori ed altre personalità rinomate ci hanno spedito le loro storie personali, hanno cantato, recitato e letto per noi. Abbiamo conosciuto ventiquattro modi di relazionarsi alla fede da parte di ventiquattro personaggi. Queste piccoli festeggiamenti di qualche minuto ci hanno aiutato moltissimo in questo periodo pieno di attesa e incertezza.

Il 5 dicembre, sotto la guida del cardinal Péter Erdő abbiamo pregato per la cessazione della pandemia. L’occasione, straordinaria, è nata in seguito all’iniziativa della Segreteria del Congresso Eucaristico Internazionale, dall’Università Cattolica Péter Pázmány, dalla redazione del portale Magyar Kurír e del settimanale cattolico Új Ember, dei messaggeri dell’evento mondiale: Csaba Böjte, András Csókay e Róbert Szikora, nonché del medico missionario Réka Fodor. “Allora, quale è il nostro compito qui, in Terra? Certamente quello di amarci e di cercare di amare ed aiutare nel modo che ci è possibile. È da questo che dipende il nostro destino eterno” – ha detto Péter Erdő nel suo messaggio mandato dalla parrocchia di San Michele di Angyalföld.

Il 12 dicembre per i cattolici del Messico è una delle solennità maggiori. Ogni anno più di dieci milioni di persone visitano in questa occasione Guadalupe; si tratta di uno dei maggiori eventi liturgici del mondo. Quest’anno però le porte della Basilica di Guadalupe sono rimaste chiuse. Quando abbiamo iniziato l’organizzazione del Congresso, abbiamo offerto il risultato dell’organizzazione alla Santissima Vergine. Il cardinale Péter Erdő ha convertito nuovamente la difficile situazione in qualcosa di buono: nel suo messaggio video in lingua spagnola, inviato ai pellegrini del Messico, ha ringraziato per l’intercessione della Madonna perché abbiamo un altro anno per prepararci al Congresso.
Nella trasmissione speciale della NEK TV dell’ultimo dell’anno Michael August Blume, nunzio apostolico d’Ungheria, ha parlato delle maggiori sfide che la Chiesa cattolica deve affrontare, Padre José Salas Castañeda, primo impiegato della Nunziatura Apostolica, del rapporto speciale che i messicani hanno con l’Eucaristia, mentre David Nájera, ambasciatore del Messico in Ungheria, ha esposto le tradizioni natalizie della sua patria. L’ultimo evento per l’anno 2020, per noi, fu quando nello studio della Bonum TV, tirammo le conclusioni valutando questo anno. La trasmissione andò in onda sul canale della Bonum TV la mattina del 1 gennaio 2021.
Il tempo è relativo. Non l’abbiamo sentito mai così fortemente come durante questo anno. Qualche volta i giorni, le settimane, i mesi passano inosservati, poi ogni minuto se ne va lentissimamente. Così era anche il 2020. È passato con tanta lentezza, ponendoci giorno dopo giorno davanti a sfide nuove. Ma ora è finito l’anno che ha capovolto il mondo, la nostra vita, le nostre relazioni, la nostra sicurezza – ed ha provato anche la nostra fede. Ed è un bene che l’abbia fatto! Perché si è capito che proprio quando siamo nei guai, quando siamo costretti a terra, abbiamo la forza di rialzarci. Insieme, uniti, se non diversamente, tenendoci spiritualmente siamo capaci di uscire anche dalle circostanze più difficili, dai precipizi più profondi. E prima di tutto, abbiamo imparato che qualsiasi cosa avvenga, sta bene così com’è.
Non lo dobbiamo dimenticare nemmeno nel 2021.
Auguriamo un anno pacifico e benedetto!

Tünde Zsuffa direttore della comunicazione


Fotografie: Marcsi Ambrus