
Violenza, fede, serenità e sorriso

Il 24 ottobre sono stati massacrati bambini nella città di Kumba in Camerun. La scuola bilingue di Mother Francisca International Bilingual Academy è stata attaccata da forze armate. Alcuni studenti sono stati feriti, almeno sei studenti di età compresa tra le 9 e 12 anni sono stati uccisi o feriti a morte con machete. I rapimenti di bambini come questo o altre operazioni che costano delle vite dei giovani, succedono regolarmente nel paese africano. In questo paese colpito da conflitti, serve Joseph-Marie Ndi-Okalla, vescovo di Mbalmayo e relatore invitato al Congresso Eucaristico Internazionale.
Povertà nel paese delle miniere di diamanti e d’oro
Il Camerun, con una popolazione di 25 milioni di abitanti, è politicamente molto instabile, come molti altri paesi africani. Nelle parti settentrionali sono comuni i rapimenti e gli attacchi terroristici. Nelle regioni occidentali, le azioni dei movimenti separatisti sono una minaccia.
Due province del paese sono di lingua inglese, nelle altre regioni si parla francese. Questo stato del Golfo di Guinea è caratterizzato dalla diversità etnica, linguistica e religiosa, dove il 60 per cento della popolazione è cristiano, la più grande comunità è costituita dalla chiesa cattolica.

Il Camerun, pur essendo ricco di risorse naturali e minerarie (soprattutto grazie all’oro e al diamante), ha più del 40 per cento della popolazione in povertà estrema. Nel 2017 il valore della produzione nazionale di oro era di 41 milioni di dollari, il cui profitto, soprattutto a causa della corruzione, non si è ripercosso sull’economia nazionale. L’anno scorso sono state assegnate 300 nuove aree minerarie all’estrazione dell’oro, dell’uranio, dei diamanti e dello zinco. Soprattutto le società cinesi e americani appaiono come investitori. Sulla base della forza lavoro locale, il lavoro viene spesso svolto in modo disumano e mortale, e quando la terra è finalmente morta, le imprese d’interessi internazionali abbandonano il paese, lasciando indietro una distruzione ecologica enorme. La Chiesa cattolica, che è la spina dorsale del sistema sanitario del paese, svolge un ruolo particolarmente importante nell’assistenza sociale, nella lotta contro l’AIDS, ma soprattutto nell’educazione.
Condiviso dalle potenze maggiori
Nel XIX secolo i tedeschi colonizzarono questa parte dell’Africa e costrinsero la popolazione locale al lavoro forzato. Dopo la Prima guerra mondiale, la Francia e la Gran Bretagna condivisero la zona. I francesi mantennero il sistema del lavoro forzato, gli inglesi invece lo eliminarono ma governarono la parte del paese sotto il loro controllo dalla Nigeria, permettendo l’afflusso di un gran numero di lavoratori nigeriani, che generò conflitti con gli abitanti locali. Dopo la Seconda guerra mondiale, il Camerun volle diventare autonomo, il quale venne impedito sia dai francesi che dagli inglesi. Nel 1960 il Camerun francese finalmente divenne indipendente, un anno dopo venne unito col Camerun britannico e divenne la Repubblica Federale del Camerun. La corruzione politica circa le divisioni etniche e le notevoli risorse economiche – petrolio, metalli preziosi – e l’esercizio del potere centralizzante caratterizzavano e caratterizzano ancora oggi il paese.

Il massacro di Natale
Spesso il conflitto tra gli anglofoni e i francofoni si trasforma in vandalismo, violenza, soprattutto nelle zone nord-occidentali e sud-occidentali del paese. In seguito ai movimenti separatisti delle regioni anglofoni, ci è stato un lungo conflitto tra l’esercito e le forze separatiste. Ambazonia ha addirittura dichiarato la sua indipendenza, introducendo i suoi soldi, il suo inno e i propri media. Le forze governative stanno combattendo con l’esercito contro queste intenzioni d’indipendenza.
In Camerun, oltre la corruzione enorme, va anche notato che il presidente Paul Biya, che gestisce il paese dal 1982, sta cercando di centralizzare il suo potere, avvalendosi in prima linea dell’esercito. Nel dicembre 2019, cinquemila camerunensi sono fuggiti dalle zone nord- occidentali a causa di operazioni militari dell’esercito. A Natale i gruppi armati e i militari si sono scontrati nelle regioni sud-occidentali, nelle parti settentrionali invece l’organizzazione terroristica di Boko Haram è diventata attiva.
Il Virus
In queste circostanze serve come vescovo di Mbalmayo Joseph-Marie Ndi-Okalla. Cresciuto in una famiglia profondamente religiosa di undici figli, il dignitario della Chiesa cattolica e relatore invitato a partecipare al Congresso Eucaristico Internazionale ha quasi sempre un sorriso stampato sul volto. Ha studiato teologia e scienze sociali, è autore di diversi articoli e pubblicazioni scientifiche e nel 2017 è stato consacrato vescovo. Nelle sue dichiarazioni non manca mai di attirare l’attenzione sul “virus” che attacca l’Africa, cioè il crescente fondamentalismo religioso. Joseph-Marie Ndi-Okalla considera il dialogo interreligioso e la pace sociale di massima importanza, e si impegna a promuovere la comunicazione tra il governo del Camerun e le forze ribelli.
Al servizio del dialogo e della riconciliazione
Joseph-Marie Ndi-Okalla cerca di completare la sua missione sulla salvezza della Chiesa, la riconciliazione e l’evangelizzazione del suo paese. In Africa, la comunità cattolica continua a crescere, dall’inizio del XX secolo, il numero dei fedeli è salito dal due milioni a 200 milioni sul continente. Una delle caratteristiche della fede dei camerunensi è che i riti e le danze hanno un grande ruolo nella liturgia, fondamentalmente la gioia e la serenità caratterizzano gli eventi liturgici.
Un’importante pietra miliare nella fede cattolica del continente è stata l’assemblea speciale per l’Africa del Sinodo del Vaticano 2009. Papa Benedetto XVI ha giustamente dichiarato che il Continente Nero “è il polmone spirituale dell’umanità” in un mondo sempre più colpito dalla crisi della fede e della speranza.
Fonti: cameroon.tribune, youtube.com, fr.missioner.com
Foto: NEK, Magyar Kurír