
Servire Dio all’ombra delle guerre di droga

Assassini, droghe, corruzione, attentati – potrebbe essere il riassunto in quattro parole di un film per adulti, eppure Jose Serofia Palma, arcivescovo di Cebu nelle Filippine, ha conosciuto questi lati oscuri della vita da vicino.
Palma è uno dei critici principali degli omicidi perpetrati nel quadro della guerra della droga indetta da Rodrigo Duterte. Infatti, il presidente delle Filippine è deciso nel voler mettere fine entro l’anno 2022 alla criminalità legata alla droga, ma allo stesso tempo i provvedimenti anti-droga delle autorità hanno avuto ormai migliaia di vittime tra la popolazione civile.
„Sì, siamo d’accordo con la guerra contro la droga, ma siamo contrari agli omicidi commessi illegalmente. Sì, siamo d’accordo con la campagna contro la droga e la corruzione, ma non sosterremo mai la sentenza di morte”- ha annunciato Jose Palma a nome della Conferenza Episcopale delle Filippine.
L’arcivescovo di Cebu nel 2018 ha scampato, grazie a Dio, un attentato contro la sua vita. Jose Palma si trovava in quel momento a Manila, la capitale del paese, quando nella sua residenza è venuto a cercarlo un uomo in maschera, confuso, dicendo di volergli chiedere consiglio in merito al suo matrimonio entrato in crisi. Jeffrey Cañedo che soffriva di depressione, alla fine ha perso la vita nello scambio di spari con la polizia arrivata sul luogo.
Dopo questo caso l’arcivescovo di Cebu ha chiamato per telefono il padre dell’attentatore, offrendogli il suo aiuto, e allo stesso tempo ha sottolineato in merito all’evento: non considerava il tentativo di attentato un attacco contro la chiesa, bensì un segnale per svegliarsi che mette in luce come la depressione sia una malattia reale che tocca molti.
Anche questo caso dimostra che nelle Filippine, colpita dalla criminalità legata alla droga e dalle rappresaglie contro le vittime civili, i rappresentanti della chiesa cattolica devono svolgere il loro ministero tra condizioni pesanti. È in questo che Jose Palma intende dare un esempio, riassumendo così come vuole concepire nella sua coscienza questi duri periodi:
„Quando passa una giornata ed io ho fatto tutto quello che potevo, dico al Signore: mio Dio, ho fatto anche oggi quel che potevo. Questo è il Tuo mondo, sono i Tuoi sacerdoti, il Tuo popolo e la Tua diocesi. Io vado a dormire.”
Da bambino ha immaginato la sua vita ancora come rappresentante di un’altra professione. Cresciuto in una famiglia con otto figli e interessato alle scienze naturali, il desiderio di Jose era quello di diventare ingegnere. Ricorda così la svolta decisiva, quando ha scelto di imboccare la strada del sacerdozio: „Le vie del Signore sono imperscrutabili. Un mio compagno di scuola è entrato in seminario ed era così entusiasta che esortava anche me a farlo. Siccome non volevo fargli del male, sono entrato anch’io.”
L’arcivescovo di Cebu che parla sei lingue dopo gli studi civili ed ecclesiastici ha ottenuto il dottorato a Roma, con qualifica magna cum laude. Anche se il titolo della dua tesi è piuttosto tetro: Death as an Act: A Dialogue in Eschatology with Contemporary Theologians, cioè La morte come atto. Dialogo nell’escatologia con i teologi contemporanei, i suoi compagni di seminario affermano che la personalità di Jose Palma non conosce nulla di tetro, anzi è un uomo che irradia serenità e calma.
Potrai incontrare personalmente Jose Palma registrandoti ai programmi del 52. Congresso Eucaristico Internazionale.
Fonte/Foto: CEI