La vita nella terra degli opposti

03 Marzo 2021
JJohn Onaiyekan: Sia i fedeli musulmani che i cristiani lottano per la pace e la convivenza Il cardinale nigeriano, primo arcivescovo di Abuja, richiama l'attenzione del mondo sull'importanza del dialogo.

In Nigeria, oltre ai problemi economici, va combattuto anche il terrorismo. Mohammed Yusuf iniziò la sua carriera come predicatore, ma l'organizzazione terroristica fondamentalista Boko Haram, da lui fondata nel 2002, massacrò più di 5.000 civili tra il 2009 e il 2014 e costrinse 650.000 persone a fuggire.

Il loro obiettivo originale era porre fine alla corruzione e all'ingiustizia, introdurre la legislazione islamica e creare uno stato islamico. I membri del gruppo hanno giurato vendetta contro le forze di sicurezza, ritenute responsabili della morte del loro guida spirituale, Mohammed Yusuf, e di molti dei loro compagni. Proseguono spesso attacchi alle stazioni di polizia, contro le persone in divisa, i membri di organi di sicurezza e i loro edifici. Boko Haram ha ricevuto sostegno finanziario dalla famigerata Al Qaida, e il gruppo ha anche giurato fedeltà allo Stato Islamico. Riconoscono apertamente che i sacerdoti siano stati rapiti e uccisi da loro, che siano stati loro a decapitare una sposa e la sua damigella d'onore in mezzo alla strada, davanti a tutti, che siano responsabili delle centinaia di studentesse rapite nel 2014 e della maggior parte degli attacchi terroristici, recentemente colpiti la parte settentrionale della Nigeria.

Tuttavia, il cardinale John Onaiyekan, primo arcivescovo di Abuja, ci ha richiamato a non ridurre questo conflitto al confronto tra i musulmani e cristiani. Ha spiegato che la brutalità sia un pensiero molto lontano dalla mentalità musulmana e anche quella cristiana, persino dai membri di qualsiasi altra religione, ma tutti quelli che agiscono in nome dell’odio non sappiano proprio cosa sia la fede.

I fanatici islamici vedono tutte le religioni come loro nemiche. Invece, i fedeli musulmani e cristiani lottano insieme per la pace e la convivenza”, ha detto il cardinale. “Tra le vittime ci sono cristiani e musulmani, e ogni bomba esplosa ha un effetto non solo in senso concreto sul posto, ma anche in senso figurato, cioè avvelena la società e rafforza persino l'immagine della guerra tra il cristianesimo e l’islam in tutto il mondo. Questo può essere fatale, quindi dobbiamo lavorare sodo per aprire il dialogo.”

John Onaiyekan invita tutti nel mondo alla pace e alla cooperazione, per una causa che è nell'interesse di tutti noi:

“Indipendentemente dal fatto che tu sia musulmano, buddista o cattolico, non puoi vivere da nessuna parte se non sulla nostra Terra. E il cambiamento climatico è un tipico esempio di quanto è necessario che ogni uomo e donna nel mondo, indipendentemente dalla razza o dalla religione, si tenga per mano per rendere questo mondo un posto migliore. Non solo per quanto riguarda il cambiamento climatico, ma anche per migliorare le relazioni umane. Nella storia dell’umanità possiamo vedere tante guerre, ma siamo arrivati ​​a un momento in cui dobbiamo trovare un modo per ridurre il numero di guerre e, se possibile, porre fine a loro perché causano solo sofferenza.”

L’arcivescovo ritiene l'accettazione l’unica via verso la pace:

“Dobbiamo fare tutto il possibile per mantenere i principi. Il principio della libertà religiosa: Ognuno ha il diritto di adorare Dio a modo suo. (…) Il che significa che i diritti delle minoranze religiose devono essere pienamente riconosciuti. Altrimenti non possiamo vivere in pace. Inoltre, dobbiamo definire chiaramente il rapporto tra religione e politica. Perché l'esperienza ci mostra quando la religione e la politica si mescola o scambia, l’infamità della politica spesso influisce sulla bellezza della religione.”

Nella sua presentazione al Congresso Eucaristico Internazionale del 2016, ha richiamato l'attenzione sulla natura chiusa del Congresso. Il che non dovrebbe essere solo “internazionale” ma anche più aperto verso la società, indipendentemente dalla situazione dei suoi membri.

Inoltre, sostiene i dogmi della Chiesa:

"In un mondo che sta sprofondando in un diffuso lassismo morale, la Chiesa di Dio non può rinunciare alla sua responsabilità di sostenere gli elevati standard del Vangelo del Signore Gesù Cristo”, ha detto il cardinale Onaiyekan.

Fonte/Foto: CEI